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La Pompa di Calore NON si monta così [CASO REALE]


Nel mondo delle pompe di calore si parla spesso di efficienza, tecnologia, super prestazioni e risparmi promessi. Ma raramente qualcuno ti porta dentro una centrale termica reale, mettendoti davanti agli errori più comuni che fanno letteralmente impennare consumi, rumori e disagi. In questo articolo analizziamo un caso concreto: una pompa di calore installata in modo totalmente errato, spostata più volte e affiancata da una lunga serie di problemi progettuali che avrebbero potuto essere evitati con un minimo di competenza.


Una pompa di calore chiusa in cantina: perché è un errore tecnico gravissimo


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La macchina (poi rimossa) era stata montata inizialmente all’interno di una cantina di 2,5 x 2,5 metri. Un locale piccolo, chiuso, privo di un adeguato ricircolo d’aria e assolutamente inadatto a ospitare un’unità monoblocco da 12 kW. Per capire la gravità dell’errore basta ricordare come lavora una pompa di calore: assorbe calore dall’aria esterna e lo trasferisce all’acqua dell’impianto. Ma se prendi aria dall’interno di un locale molto piccolo, quell’aria si raffredda rapidamente e ristagna. E la macchina, soffiano aria gelida dentro uno spazio chiuso, finisce per lavorare contro sé stessa, raffreddando ancora di più l’ambiente e peggiorando ogni minuto le sue prestazioni.


Canalizzazioni improvvisate e calcoli inesistenti


Nella cantina del cliente, l’installatore aveva persino posizionato la pompa di calore su un piedistallo per “imboccare” meglio la bocca di lupo, sperando di espellere l’aria fredda all’esterno. Peccato che la canalizzazione fosse ridicola rispetto alle migliaia di metri cubi d’aria che una macchina di quella taglia muove ogni ora. Un errore tecnico banale, evitabile con un semplice calcolo. Ed è proprio qui che nasce la domanda che ogni proprietario dovrebbe porsi prima dell’acquisto: come capire se un installatore sta davvero dimensionando correttamente la tua pompa di calore?


In questo caso, nessuno aveva fatto calcoli. Nessuno aveva valutato volumi, ricambi d’aria, portate, umidità o carichi termici reali. La macchina è stata infilata in un locale chiuso perché “estereticamente stava meglio lì”. Il risultato? Una stanza ghiacciata, umidità alle stelle e persino un episodio in cui il cliente ha trovato quattro centimetri di ghiaccio sul pavimento. Chiunque avesse verificato le potenze in gioco avrebbe capito che la cantina sarebbe arrivata a zero gradi in poche ore di funzionamento. Ma quando si lavora con i kit “copia e incolla”, gli impianti non vengono progettati: si montano come capitano.


Il caso dell'installazione gemella: quando il sovradimensionamento è peggio del sottodimensionamento


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E quando pensi di aver visto il peggio, arriva l'installazione gemella. Qui è stata installata una pompa di calore da 16 kW trifase, sempre in un locale chiuso, sempre senza calcoli, ma stavolta su una casa ristrutturata di circa 150 m² dotata di impianto a pavimento. Una potenza quasi doppia rispetto a ciò che quel tipo di abitazione necessitava realmente. Ed è proprio il sovradimensionamento uno dei problemi principali nel settore. Molti installatori si limitano a calcolare la dispersione dell’abitazione senza considerare altri fattori fondamentali come l’inerzia delle pareti, lo stile di vita, il grado di occupazione degli ambienti e la gestione reale della casa durante la giornata.


Quando una casa ha murature spesse, l’effetto del freddo esterno si manifesta con ore di ritardo. Questo significa che non è necessario sovradimensionare la pompa di calore per far fronte ai picchi notturni, perché la casa stessa funge da vero accumulo termico. Una 16 kW su una casa di questo tipo non solo consuma più del necessario, ma obbliga persino il cliente a passare al trifase, aumentando i costi fissi e generando ON-OFF continui che stressano il compressore e peggiorano i consumi.



Entrando nella centrale termica scopriamo altri errori che peggiorano ulteriormente la situazione. Il bollitore sanitario è un modello in pompa di calore, concettualmente corretto in un locale con temperature stabili ma poco performante nella pratica, perché il suo piccolo compressore richiede molte ore per portare l’acqua in temperatura. Un generatore unico per riscaldamento e sanitario avrebbe funzionato meglio, più velocemente e con una gestione più efficiente dell’energia prodotta.


Mancava poi un elemento essenziale: il volano termico. In un impianto con pavimento radiante, più circuiti indipendenti e una pompa di calore potente, l’accumulo inerziale serve come tampone per gli sbrinamenti, per garantire la portata minima richiesta e per stabilizzare il sistema. Senza questo componente la pompa di calore preleva calore direttamente dall’acqua dell’impianto, raffredda i tubi durante gli sbrinamenti e genera rumori, consumi elevati e continui cicli di accensione e spegnimento.


Perché la progettazione è l’unica vera garanzia di un impianto efficiente


Qui emerge il punto più importante di tutti: la pompa di calore non può essere installata senza una vera progettazione. Ogni casa ha le sue esigenze e ogni impianto necessita di calcoli dettagliati su potenze, portate, dispersioni, inerzia, ricambi d’aria e scambi termici. Non basta prendere una macchina più grande “per stare tranquilli” o nasconderla in un locale tecnico sperando che il rumore sia minore: serve competenza, esperienza e capacità di personalizzazione.


Ed è proprio quello che molti proprietari stanno capendo solo dopo aver speso migliaia di euro e aver scoperto che la loro casa consuma più di prima. Ma se sei qui, significa che stai cercando risposte concrete, vuoi capire come evitare errori e come scegliere una pompa di calore davvero adatta alla tua abitazione.


Come evitare errori e scegliere la pompa di calore giusta


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