Come ben saprai l’Unione Europea ha approvato lo scorso 14 marzo la direttiva casa green ponendosi 3 grandi sfide:
il primo gennaio 2030 della classe energetica E;
il primo gennaio 2033 della classe energetica D,
il 2050 dell’obiettivo delle zero emissioni.
L’obiettivo principale della direttiva è però di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat).
Traguardi ambiziosi che sottolineano l’urgenza di un’inversione di rotta per evitare che si giunga a un punto di non ritorno per il nostro pianeta.
Ma quali sono in concreto i costi da sostenere per la Direttiva Case Green?
Fabio Tonelli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro OICE sul Superbonus, come riportato da Ediltecnico, ha fornito una stima dei costi che gli italiani dovrebbero affrontare a seguito delle nuove regole Case Green, facendo un esempio concreto:
“Elaborando semplicemente alcuni dei dati acquisiti con gli attuali incentivi, un edificio tipo costruito negli anni ’80 e ubicato a circa 400 metri sul livello del mare, nell’ipotesi di 5 piani fuori terra, con appartamenti della superficie media di circa 105 mq, il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40 mila euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato). Con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20 mila circa per appartamento. Gli importi riportati comprendono ovviamente lavori, spese tecniche ed iva al 10%.”.
Non proprio noccioline, ma è altrettanto vero che i risparmi che si otterrebbero sulle bollette sarebbero molto interessanti.
E se parliamo di casa autonome?
Secondo dati resi noti da Il Corriere della Sera, la spesa per gli interventi si aggirerebbe attorno ai 150 mila euro, mentre per ogni condominio si supererebbe il mezzo milione toccando i 600.00 mila euro.
Va però ovviamente sottolineato che i benefici di un intervento radicale come questo sarebbero moltissimi. Addirittura le elaborazioni Sima hanno rilevato che un calo di 1° C negli impianti di riscaldamento di edifici pubblici e abitazioni private consentirebbe un risparmio di circa il 7% sulle emissioni di CO2, pari a -2 milioni di tonnellate immesse in atmosfera.
Il futuro di questo pianeta dipende da noi e un passo alla volta possiamo davvero cambiare le cose.
Quali interventi possono essere realizzato per il miglioramento energetico dell'edificio?
Isolamento termico
Ristrutturazione impianti di riscaldamento
Impianti solari fotovltaico, termici e geotermici
Teleriscaldamento e teleraffrescamento
Sistemi di recupero del calore di scarto
Pompa di Calore (non poteva mancare)
Chiaramente non rientrano in questa lista le varie caldaie a gas e altri impianti energivori.
In questi anni abbiamo portato a termine più di 100 cantieri dove il gas è stato completamente eliminato e non abbiamo intenzione di fermarci qui.
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