Conto Termico 3.0 2025: la guida completa per privati e aziende
- Davide Calabrò

- 30 set
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 14 nov
Premessa: attenzione alle informazioni
Hai sentito parlare del Conto Termico 3.0, entrato in vigore con il decreto del 4 agosto 2025, ma non sai bene cosa significhi per te? Non sei il solo: questo aggiornamento del Conto Termico 2.0, attivo dal 2016, porta con sé nuove opportunità per chi vuole investire in efficienza energetica e utilizzare le fonti rinnovabili. Ma quali sono le novità più importanti e come evitare errori che potrebbero compromettere l’accesso agli incentivi?
È importante sapere che, come ogni decreto appena pubblicato, il Conto Termico 3.0 avrà bisogno di chiarimenti operativi da parte del GSE. Alcune norme possono sembrare generiche o poco chiare, e nei prossimi mesi saranno probabilmente accompagnate da guide pratiche, FAQ e circolari interpretative.
Allora, come orientarsi senza rischiare? Le informazioni che seguono offrono una guida sintetica e affidabile al decreto, ma non sostituiscono il lavoro di un tecnico qualificato. Una lettura superficiale o una distrazione burocratica potrebbero significare perdere preziosi incentivi economici.
In breve: il Conto Termico 3.0 è già realtà, ma per ottenere il massimo dai contributi disponibili è fondamentale conoscere le regole, capire come applicarle correttamente e pianificare con attenzione ogni intervento. Sei pronto a scoprire come sfruttarlo al meglio?
Novità e vantaggi del Conto Termico 3.0: cosa cambia davvero?
Una delle novità più rilevanti del Conto Termico 3.0 riguarda finalmente il fotovoltaico con sistemi di accumulo. Per la prima volta, questa tecnologia entra nel perimetro degli incentivi, aprendo nuove opportunità per chi vuole produrre e utilizzare energia pulita direttamente in casa. Fino ad oggi, il fotovoltaico poteva contare solo su detrazioni fiscali o su bandi specifici, rendendo il nuovo schema molto più accessibile e interessante.
Ma attenzione: l’accesso non è libero per tutti. Il fotovoltaico è ammesso solo se abbinato a una pompa di calore elettrica e se destinato principalmente all’autoconsumo. Proprio questo dettaglio ha generato confusione, alimentata da informazioni spesso poco chiare o incomplete.
Oltre a questa novità, il Conto Termico 3.0 mantiene e rafforza i vantaggi storici rispetto ad altri strumenti di incentivazione:
Gli incentivi vengono erogati rapidamente, in 2 o 5 anni a seconda della tipologia di intervento;
Il rimborso non dipende dalla capienza fiscale, rendendo il contributo accessibile anche a famiglie con redditi bassi o a pensionati;
La copertura può arrivare fino al 65% delle spese ammissibili, e fino al 100% per alcuni interventi delle Pubbliche Amministrazioni nei piccoli Comuni.
In sintesi: il Conto Termico 3.0 si distingue per immediatezza, inclusività e certezza dell’incentivo, caratteristiche che lo rendono particolarmente vantaggioso in un momento in cui le detrazioni fiscali stanno perdendo appeal.
Chi può accedere al Conto Termico 3.0?
Il decreto definisce in maniera precisa i beneficiari, creando una distinzione netta tra Pubbliche Amministrazioni, privati del settore terziario e privati residenziali.
Pubbliche Amministrazioni (PA)
Le PA centrali e locali hanno la possibilità di accedere a tutti gli interventi, inclusi quelli di riqualificazione dell’involucro edilizio. Questa categoria è quella che trae i maggiori vantaggi dal Conto Termico 3.0: nei piccoli Comuni fino a 15.000 abitanti, infatti, il contributo può arrivare al 100% delle spese sostenute. È un’opportunità enorme per ammodernare scuole, municipi, palestre e uffici pubblici.
Privati in ambito terziario
Rientrano in questa categoria gli edifici non residenziali, come negozi, uffici, alberghi, scuole private e capannoni. Anche per loro l’accesso è esteso sia agli impianti che all’involucro edilizio. Questo rende il Conto Termico 3.0 uno strumento molto versatile, capace di sostenere sia piccole realtà imprenditoriali che grandi aziende.
Privati residenziali
Per i cittadini che vogliono migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione, lo strumento è più limitato: sono ammessi solo gli interventi sugli impianti. Ciò significa pompe di calore, solare termico, generatori a biomassa, scaldacqua a PDC, microcogenerazione, allaccio a teleriscaldamento ed eventualmente fotovoltaico con accumulo (ma solo se contestuale a una pompa di calore). Non sono invece ammessi cappotti termici, sostituzione infissi, trasformazioni in NZEB o domotica.
In sintesi: PA e terziario hanno accesso a un pacchetto completo di interventi, mentre per i privati residenziali il Conto Termico è pensato come incentivo per la sostituzione degli impianti di climatizzazione e produzione di energia termica.
Interventi ammessi e vincoli nel Conto Termico 3.0: cosa puoi fare davvero?
Se ti stai chiedendo quali interventi puoi incentivare con il Conto Termico 3.0, la risposta è ampia, ma non tutti gli interventi sono uguali: ogni tecnologia ha requisiti precisi per garantire efficienza, durata e sostenibilità.
Impianti da fonti rinnovabili e alta efficienza (Titolo III)
Questa categoria copre impianti che producono energia pulita e aumentano l’efficienza dei sistemi esistenti. Ecco cosa puoi installare e come funziona l’incentivo:
Pompe di calore: ideali per sostituire vecchi impianti, con incentivo calcolato su SCOP, zona climatica e coefficiente Ci (0,07–0,16 €/kWh). Una scelta efficiente e rapida per risparmiare subito energia.
Scaldacqua a pompa di calore: classe minima A e capacità fino a 500 litri; incentivo al 40% della spesa (massimali 500–1.500 €). Perfetto per chi vuole acqua calda senza sprechi.
Sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia a condensazione): incentivi simili alle pompe di calore, con un bonus aggiuntivo del 10%. Un modo intelligente per combinare comfort e risparmio.
Generatori a biomassa: solo 4–5 stelle emissive, con accumulo termico adeguato e combustibile certificato; incentivo 0,045–0,060 €/kWh. Ideale per chi cerca soluzioni sostenibili per il riscaldamento.
Solare termico: collettori Solar Keymark, garanzie minime e rendimenti certificati; incentivo 0,11–0,43 €/kWh. L’energia del sole finalmente premiata.
Allaccio a teleriscaldamento efficiente: solo reti ARERA, massimali fino a 30.000 €; un’opzione per edifici collegati a reti urbane sostenibili.
Microcogenerazione (<50 kWe): incentivo pari al 65% della spesa, tetti massimi di 5.000 €/kWe e 100.000 €. Ottimo per chi produce contemporaneamente energia elettrica e calore.
Fotovoltaico con accumulo: ammesso solo se abbinato a una pompa di calore elettrica. È un’opportunità innovativa, ma con vincoli stringenti che approfondiremo più avanti.
Interventi sull’involucro edilizio (Titolo II)
Se sei un ente pubblico o operi nel settore terziario, puoi puntare su efficienza energetica dell’edificio:
Isolamento termico: 700–800 €/m², fino a 500.000 €. Mantieni il caldo d’inverno e il fresco d’estate, risparmiando energia.
Infissi: 550 €/m², fino a 150.000 €. Porte e finestre efficienti significano comfort e bollette più leggere.
Schermature solari: 250 €/m², fino a 90.000 €. Proteggi dall’eccessivo calore estivo e riduci l’uso dei condizionatori.
Trasformazione in NZEB (edifici a energia quasi zero): 1.000–1.300 €/m², fino a 3 milioni €. Investimento per il futuro e il rispetto ambientale.
Building automation: 60 €/m², fino a 100.000 €. Controllo intelligente dell’edificio per ottimizzare consumi e comfort.
Illuminazione efficiente: 35 €/m², fino a 100.000 €. Semplice, veloce e con impatto immediato sulla bolletta.
In sintesi: il Conto Termico 3.0 incentiva solo interventi certificati, efficienti e duraturi, spingendo verso scelte sostenibili e intelligenti. Non tutti gli impianti sono ammessi, ma le possibilità sono numerose: il segreto è conoscere i vincoli tecnici e scegliere la soluzione più adatta alle tue esigenze.
Il capitolo più discusso: il fotovoltaico nel Conto Termico 3.0
Hai sentito parlare della grande novità del Conto Termico 3.0? Per la prima volta, un impianto fotovoltaico con accumulo può accedere agli incentivi, ma con un vincolo importante: deve essere abbinato a una pompa di calore elettrica. La logica è chiara: favorire l’autoconsumo e l’integrazione tra produzione elettrica e riscaldamento sostenibile.
Condizioni di accesso
Per ottenere l’incentivo, il fotovoltaico deve rispettare alcune regole precise:
Essere abbinato a una pompa di calore elettrica;
Funzionare principalmente in autoconsumo, non in full grid;
Avere una potenza tra 2 kW e 1 MW;
Utilizzare moduli e inverter nuovi, certificati, con garanzie minime di 10 anni.
Massimali e incentivi
1.500 €/kW per i moduli fotovoltaici;
1.000 €/kWh per l’accumulo;
Incentivo base: 20% della spesa;
Maggiorazioni fino al 35% se i moduli sono “Made in UE”.
La “fregatura” comunicativa
Attenzione alle campagne commerciali: molti pubblicizzano il Conto Termico 3.0 come un incentivo del 40% sul fotovoltaico residenziale. Questo è vero solo in condizioni specifiche (moduli europei + abbinamento a PDC). Per la maggior parte dei casi, però, la realtà è diversa. Il rischio? Pensare di ricevere rimborsi automatici e senza vincoli, quando in realtà la normativa è molto selettiva.
In sintesi: il fotovoltaico con accumulo è una novità straordinaria, ma va compreso nei suoi limiti. La vera “fregatura” non sta nel decreto, ma nelle comunicazioni semplificate che promettono più di quanto la legge effettivamente consente.
Diagnosi energetica e APE
Sai che con il Conto Termico 3.0 puoi ottenere incentivi anche per diagnosi energetiche e Attestati di Prestazione Energetica (APE)? Questi strumenti non sono solo un obbligo burocratico, ma un vero alleato per pianificare interventi efficaci e risparmiare energia.
Incentivi disponibili
Diagnosi energetica: fino a 15.000 € per edificio;
APE: fino a 10.000 € per edificio.
La diagnosi energetica è obbligatoria per interventi complessi, come edifici NZEB o interventi combinati, mentre negli altri casi è facoltativa ma comunque incentivabile. Questo significa che puoi realizzarla senza costi reali, trasformando un adempimento tecnico in un vero vantaggio per il cliente.
In sintesi: la diagnosi energetica e l’APE non servono solo a compilare moduli. Sono strumenti concreti per progettare con precisione, evitare errori di dimensionamento e garantire che ogni investimento in efficienza energetica produca benefici reali e misurabili.
Cosa scegliere tra Conto Termico 3.0 e detrazioni fiscali?
Uno dei dubbi più frequenti riguarda la scelta tra il Conto Termico 3.0 e le detrazioni fiscali. Entrambi sono strumenti validi, ma rispondono a logiche molto diverse e non sempre sono alternativi in termini di convenienza.
Conto Termico 3.0
Massimali: fino al 65% della spesa ammissibile (100% per PA in piccoli Comuni).
Erogazione: in 2 o 5 anni (unica rata se ≤15.000 €).
Vantaggi: liquidità rapida, indipendenza dalla capienza fiscale, incentivi certi e diretti dal GSE.
Svantaggi: limitato agli impianti per i privati residenziali, calcoli prestazionali complessi, tetto massimo del 65%.
Detrazioni fiscali (Ecobonus, Bonus Casa, Superbonus ridotto)
Massimali: variabili (es. 65% per caldaie a condensazione, 50% per ristrutturazioni, fino all’85% per interventi combinati in condominio).
Erogazione: in 10 anni (4 anni con Superbonus ridotto).
Vantaggi: percentuali più alte in alcuni casi, copertura anche per involucro e infissi in ambito residenziale.
Svantaggi: necessità di avere capienza fiscale, tempi lunghi di recupero, incertezza normativa per il futuro.
Consiglio pratico
La scelta dipende soprattutto da tre fattori:
Liquidità: chi ha bisogno di un ritorno rapido e certo dovrebbe preferire il Conto Termico.
Tipologia di intervento: per i privati che vogliono fare cappotto o cambiare infissi, le detrazioni sono l’unica via. Per impianti FER, il Conto Termico è spesso più lineare.
Situazione fiscale personale: chi non ha tasse da detrarre non può sfruttare l’Ecobonus, mentre il Conto Termico resta accessibile.
In sintesi: il Conto Termico conviene a chi cerca tempi rapidi e certezza del contributo, le detrazioni sono ideali per chi ha reddito sufficiente e può attendere tempi più lunghi. Spesso la soluzione migliore è valutare entrambe le strade con un tecnico e simulare i benefici reali caso per caso.
Cosa deve fare il privato per non perdere l’incentivo
Per non decadere dall’incentivo, il privato deve rispettare una serie di condizioni pratiche:
l’edificio deve essere esistente e con impianto funzionante;
i prodotti devono essere certificati e nuovi;
l’installazione deve essere fatta da professionisti abilitati;
il vecchio generatore deve essere smaltito con documentazione ufficiale;
i pagamenti devono essere tracciabili;
la domanda deve essere caricata sul portale GSE entro 60 giorni dalla fine lavori;
non devono esserci cumuli con altre agevolazioni.
In sintesi: rispettare questi requisiti burocratici è tanto importante quanto la parte tecnica dell’intervento. Pianificazione, attenzione alle scadenze e corrette procedure sono la chiave per ottenere il contributo senza sorprese.
Conclusioni
Il Conto Termico 3.0 è uno strumento potente e concreto, un vero passo avanti verso la transizione energetica. Per i privati residenziali rappresenta una leva interessante per investire in impianti a energie rinnovabili, mentre per le Pubbliche Amministrazioni e il settore terziario è un’occasione unica per rinnovare e rendere più efficienti gli edifici.
La sua forza risiede nella velocità e certezza dell’incentivo, ma è fondamentale non sottovalutare vincoli e procedure. La vera “fregatura” non è nel decreto, ma nelle informazioni semplificate o distorte che lo presentano come un contributo automatico e universale. Solo conoscendo i dettagli e affidandosi a tecnici qualificati è possibile trasformare una promessa vaga in una reale opportunità di risparmio e sostenibilità.
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